sabato 31 ottobre 2009

Videocon di Anagni, punto della situazione



Novembre 2009.
La crisi della Videocon di Anagni, 13 mesi dopo il sit-in di cinque operai in sciopero della fame e durante il quale uno dei lavoratori avvertì un malore per il gran caldo di inizio settembre dello scorso anno. 1500 operai, 1500 famiglie in una lacerante incertezza. Tante le proteste inscenate, anche estreme purtroppo per avere interlocutori in grado di dare risposte, di fronte alla decisione della proprietà, più volte ribadita, di abbandonare il sito produttivo di Anagni.
Ignorati dai media nazionali anche quando di fronte alla prospettiva dell'immediata messa in mobilità hanno invaso l'autostrada A1, bloccandola in entrambi i sensi di marcia per 6 ore, paralizzando di fatto il Paese.
A fine dicembre la proprietà indiana abbandonerà Anagni ed il governo italiano premia la proprietà per precedenti e nobili motivi: Commendatore dell'Ordine della Stella della Solidarietà Italiana, per il contributo nella ricostruzione dell'Italia nel primo dopoguerra.

martedì 20 gennaio 2009

Petizione per salvare il servizio civile nazionale


In nuce alla finanziaria approvata dal Governo italiano per il 2009 è inserito un taglio del 42% dei fondi destinati al servizio civile nazionale.
tale taglio di fatto decreta una massiccia riduzione dei progetti finanziati con un conseguente calo di volontari impiegati e quindi una notevole diminuzione di servizi allla comunità che questi volontari offrono.
Abbiamo trovato su internet una petizione contro questi tagli.
Questi i link per maggiori informazioni e per firmare:

http://www.arciserviziocivileroma.net/

http://www.firmiamo.it/salviamoscn

lunedì 22 dicembre 2008

Ex Cemamit, quello che in un paese civile non dovrebbe esistere...


Finalmente dopo molto duro lavoro è pronto quello che può definirsi come il "pezzo" più importante di questo nostro anno di servizio civile, il reportage della Ex Cemamit...
Innanzitutto ringraziamo tutti quelli che hanno lavorato con noi permettendoci di completare questo lavoro, dagli intervistati, agli agenti della polizia proviciale Maurizio Lisi e Valerio Costantini che ci hanno guidati sui luoghi per effettuare foto e riprese.
La storia dela Cemamit inizia nei primi anni '60 sull'onda degli investimenti che avrebbero dovuto "emancipare" industrialmente il mezzogiorno.
Nel massimo della sua attività, tra gli anni '70 e '80, nello stabilimento erano impiegati oltre 200 lavoratori, nella Cemamit si produceva tramite la lavorazione di amianto in polvere, manufatti in cemento amianto per il settore edilizio.
Bisogna immaginare queste centinaia di lavoratori che trascorrevano 8 e più ore al giorno in questi locali saturi di polveri d'amianto e privi di qualsiasi protezione.
Bisogna denunciare di quel periodo il totale disinteresse verso i dispositivi di protezione individuale la leggerezza con cui le tematiche della sicurezza venivano trattate e l'opportunismo economico di chi avrebbe dovuto investire sulla sicurezza, perchè se è vero che ancora non era ben chiaro il rischio che si correva per l'esposizione all'amianto, c'erano già delle normative a cui attenersi per chi lavorava in luoghi con un alta concentrazione di polveri.
Denuncia che riguarda anche l'attualità dato che ancora oggi questo disinteresse questa leggerezza e questo opportunismo sono causa delle centinaia di morti sul lavoro l'anno, vera piaga nazionale.

A causa delle polveri respirate nella Cemamit la stramaggioranza degli ex lavoratori Cemamit hanno contratto malattie correlate all'amianto e ad oggi 20 di questi sono deceduti.

E' stato ampiamente dimostrato che anche la bassa esposizione all'amianto può essere causa di malattie gravi e che c'è una correlazione tra presenza d'amianto e concentrazione di tumori tra la popolazione residente e che più è alta la presenza d'amianto più è alta la concentrazione di malattie correlate.
E' scandaloso che a più di 20 anni dall'accertata pericolisità dell'amianto e a più di 10 dalla messa in sequestro dello stabilimento dell'ex Cemamit ancora niente sia stato fatto per bonificare il territorio.
Inoltre è indegno per un paese civile che una zona come la stazione di Ferentino abitata da migliaia di cittadini sia interessata dalla presenza del più grande quantitativo di amianto mai sequestrato in Italia, con la presenza di due stabilimenti: la ex Cemamit e la ex Italfornaci. Quest'ultimo tra l'altro a poche decine di metri da un asilo, da un oratorio e dalla stazione ferroviaria in cui ogni giorno centinaia di pendolari si recano.
Di seguito l'intervista al Presidente della Provincia avv. Francesco Scalia che riconoscendo l'esistenza di una vera emergenza amianto sul territorio della provincia, ammette la mancanza di fondi e competenze per effettuare le bonifiche dell'ex Italfornaci e dell'ex Cemamit...e gli anni passano...

martedì 9 dicembre 2008

Gli enti locali disattendono l'invito della Regione Lazio nel segnalare la presenza di amianto negli edifici pubblici!!!



In riferimento al progetto della Regione Lazio di mappare il territorio interessato dalla presenza di amianto, qui le informazioni, ad un mese dall'attivazione del progetto leggiamo sconcertati la notizia che gli enti pubblici sono tra quelli che hanno dato una risposta del tutta inadeguata all'appello della regione a segnalare la presenza di amianto all'interno delle proprie strutture...

Lo smaltimento dell'amianto rientra nelle più vaste problematiche della tutela della salute e dell'ambiente. Se il settore pubblico è il primo a non considerare la salute del cittadino e la tutela ambientale, ignorando adirittura un appello di un organo istituzionale quale la Regione, ci chiediamo quale siano le conclusioni da trarre da questo atteggiamento di lassismo degli enti locali e se la loro funzione sia davvero quella di migliorare la vita della cittadinanza come detta la costituzione e la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.
Inoltre la Regione Lazio ha messo ha disposizione un kit di facile utilizzo per accertare la presenza di amianto. Per informazioni si può contattare: Team Mappatura Amianto Lazio-tel.0761-5185239, e-mail mappa.amianto@asl.vt.it.
Si possono inoltre consultare i siti web: www.prevenzioneonline.net e www.laziosaluteesicurezza.it

Ricordiamo che le segnalazioni da parte degli enti pubblici dovranno pervenire alla Regione entro il 31/12/2008...